COME VOLA UN ALIANTE?
l volo in aliante è definito “volo a vela” secondo un preciso parallelismo che paragona il volo veleggiato alla navigazione marittima a vela. Come una imbarcazione che naviga utilizzando esclusivamente le tecniche di veleggiamento per spostarsi e compiere distanza, così l’aliante veleggia nel cielo sfruttando i fenomeni ascensionali per salire di quota e percorrere distanze.
Prima di spiegare i fenomeni atmosferici che stanno a fondamento del volo a vela occorre rispondere alla prima domanda che nasce spontanea in tutti coloro che si avvicinano per la prima volta alla conoscenza di questo raffinato aeromobile privo di motore:
Molte persone rimangono perplesse e piuttosto scettiche sul fatto che un aereo senza motore (cioè l’aliante) riesca a volare.
Per alcuni è impossibile che un mezzo più pesante dell’aria e senza motore riesca minimamente a sostenersi in volo. La conclusione che spesso ci capita di sentire è che solo un pazzo potrebbe salire su un aeromobile privo di motore !!
E’ opinione diffusa e radicata che il motore sia l’unico organo che permetta il volo di un aeroplano.
In realtà affermando questo si nega il vero elemento indispensabile senza il quale il più potente di tutti i motori non saprebbe sollevare di un palmo da terra nessun aereo: l’ala
Sicuramente comincerete a capire perchè gli alianti abbiano queste lunghissime e bellissime ali. Essi si riconoscono infatti da questo elemento peculiare: la grande apertura alare. Sembrano avere un aspetto molto fragile, in realtà non è assolutamente così!
La natura insegna
L’uomo, grande osservatore e studioso della natura, avrà scrutato mille volte il volo dei grandi uccelli veleggiatori. La loro immensa apertura alare, il loro librarsi in cielo maestoso senza mai battere le ali, e quindi senza alcuno sforzo. Il segreto del volo doveva risiedere proprio nelle ali e in alcune forze misteriose dell’aria che questi grandi uccelli sapevano sfruttare con maestria.
Senza entrare in complesse diciture aerodinamiche, vi basti saper che un ala ha bisogno di una certa velocità per creare portanza.
La portanza è quella forza che si oppone al peso e fa sollevare l’ala (e con essa tutta la fusoliera) dal suolo. Tale forza è generata dal flusso d’aria che scorre su di essa.
L’ala genera portanza quando penetra nell’aria con una certa velocità. La velocità è essenziale per la generazione della portanza, così come l’aria stessa, la sua densità e altri coefficienti come la forma peculiare dell’ala.
In un aeroplano motorizzato la velocità che serve per generare portanza è impressa dal motore.
SCHEMA SINTETICO DI UN PROFILO ALARE. IL PROFILO ALARE E’ COME UNA “FETTA” DELL’ ALA.
Ma in un aliante quale è la forza che spinge in aria il velivolo in modo che l’ala, fendendo l’aria, possa generare portanza?
Tutti voi sapete che un peso capace di muoversi lungo un piano inclinato scivola giù trascinato dalla forza di gravità. Immaginate una pallina che rotola giù da uno scivolo oppure un ciclista che percorre una discesa senza pedalare. In questi due casi non esiste propulsione, ma entrambi i corpi si muovono. E’ un principio fisico elementare che naturalmente si sviluppa anche in aria, immersi nell’atmosfera in quanto è causato dalla forza di gravità terrestre. L’aliante vola quindi in leggera discesa.
Questa traiettoria in discesa gli permette di raggiungere una velocità che è variabile e controllata direttamente dal pilota (più si aumenta l’inclinazione maggiore sarà la velocità). E’ il peso stesso dell’aliante che lo fa volare.
Se per assurdo l’aliante non avesse alcun peso non potrebbe volare poiché la forza di gravità terreste non potrebbe trascinarlo lungo questa traiettoria discendente.
L’aliante vola quindi in perenne discesa in modo da ottenere la giusta velocità di sostentamento per le sue ali. Questo modo di volare si chiama appunto planare.
Ma se l’aliante scende sempre, il volo deve essere per forza limitato? Una volta esaurita la quota l’aliante deve per forza atterrare? Anche se inizialmente può apparire paradossale, si può affermare che l’aliante scende sempre, anche quando sale!
Supponiamo che un aliante plani perdendo lentamente quota ad una velocità di un metro perso ogni secondo. Se questo aliante attraversa una massa d’aria che sale di quattro metri al secondo, effettuando una banale operazione aritmetica si conclude che l’aliante salirà di tre metri al secondo. E’ quindi ovvio affermare che se la velocità di salita supera la velocità di discesa alla fine il guadagno di quota è assicurato.
La traiettoria deve essere sempre in discesa, ma avviene in una massa d’aria che sale. E’ un concetto relativo, forse leggermente astratto ma assolutamente logico e naturale.
Un momento! ma se l’aliante non ha motore, come può staccarsi da terra e salire ad una quota sufficiente per iniziare questa planata che lo porterà a veleggiare e compiere distanza?
Come parte un aliante?
L’aliante non ha motore e quindi deve essere aiutato a decollare. In questo caso servono due cose: un aereo trainatore motorizzato e un bravo (e paziente) pilota la cui occupazione giornaliera sarà quella di decollare e atterrare di continuo per portare in quota tutti gli alianti.
Una volta uniti i due ingredienti necessari ecco che l’aliante decolla e sale in quota. Clicca qui per vedere un filmato esemplificativo su come si svolge un decollo e un traino in quota.
Oltre al traino aereo esiste la possibilità di decollare anche con un particolare sistema detto “verricello”. Questo sistema è molto diffuso anche più del traino. Ha il peculiare vantaggio di essere molto economico anche se richiede una prontezza e una attenzione maggiore rispetto al traino aereo. Il verricello è praticamente una catapulta che solleva l’aliante in quota con la trazione su un lunghissimo cavo (oltre 1000 metri) a cui è agganciato e che viene velocemente avvolto da un potente macchinario sistemato a terra. Clicca qui per vedere un filmato esemplificativo. Nel nostro aeroclub viene utilizzato esclusivamente il traino aereo in quanto il verricello richiede una pista molto lunga (oltre 1000 metri).
A questo punto si può parlare del vero motore che fa volare gli alianti, un propulsore superiore a qualsiasi congegno costruito dall’uomo per potenza e affidabilità.
Questo motore è l’aria stessa e i suoi movimenti.
Esattamente come nel mare nascono correnti dalla forza impetuosa, anche nel cielo si sviluppano fenomeni monumentali per potenza e meraviglia. Il pilota di aliante deve conoscere questi fenomeni, deve saperli sfruttare a proprio vantaggio e deve anche rispettarli in quanto possono anche degenerare in forme troppo violente. Nell’atmosfera è racchiusa una energia immensa, basta solo saperla sfruttare. E’ a disposizione di tutti e non costa niente!
Quali tipi di volo si possono fare?
Il volo più tipico è quello che, sfruttando le correnti termiche ascensionali, permette di restare in aria molte ore percorrendo anche migliaia di chilometri quando le condizioni sono particolarmente favorevoli. Le Correnti Termiche sono correnti di aria calda che salgono a causa dell’irraggiamento solare. Il sole scalda la terra in maniera non uniforme in quanto i diversi tipi di terreno, o di acqua, assorbono il calore in modo non omogeneo; il calore viene poi trasmesso all’aria sovrastante e quando la differenza termica tra una massa d’aria e quella circostante comincia ad essere sufficiente l’aria più calda comincia a salire. Si formano così correnti termiche il cui diametro (ma non è detto che siano proprio circolari) può variare dai pochi metri a qualche chilometro, la cui quota può arrivare fino a 3.000 m o più, e la cui velocità ascensionale varia mediamente tra i 3 e i 25 Km/h. L’apparente ‘leggerezza’ dell’aria può trarre in inganno sulla dimensione delle forze in gioco, ma se si considera che un metro cubo d’aria pesa mediamente 1.3 Kg si capisce come una termica sposti masse di migliaia di tonnellate confronto alle quali il peso di un aliante diventa irrilevante. Se le condizioni lo permettono, l’aria che sale ad un certo punto comincia a condensare creando nuvolette dette cumuli: amatissime dai volovelisti.
Il Volo di pendio, detto anche “dinamica”, può essere praticato solo in quei luoghi dove sono presenti catene lineari di montagne disposte trasversalmente ai venti predominanti; un esempio è rappresentato dalle catene montuose alpine prossime al nostro aeroporto. In particolare i rilievi posti con orientamenti Est Ovest tra Domodossola e la val di sole (TN) vengono utilizzati di frequente dai volovelisti in queste condizioni, anche per effettuare dei voli di velocità record. Il volo di pendio è reso possibile dal sollevamento orografico dovuto alla presenza di una catena montuosa ortogonale alla direzione di incidenza del vento, fenomeno che avviene quando una massa d’aria viene forzata a spostarsi da una minore elevazione ad una maggiore a causa della particolare conformazione orografica del terreno. In prossimità della vetta si genera una corrente d’aria ascensionale che l’aliante può sfruttare volando lungo la cresta della catena montuosa, mantenendosi a bassa quota sulle cime.
Il volo in onda è una tecnica di volo che sfrutta un sistema di onde atmosferiche che si possono generare quando una massa d’aria di notevoli proporzioni, muovendosi ad una certa velocità, incontra una catena montuosa posta trasversalmente al suo movimento. Infatti, tale tecnica di volo a vela sfrutta il passaggio del vento su una catena montuosa, che in alcune condizioni tende ad assumere un movimento ondulatorio nella parte sottovento. Tali sistemi ondulatori vengono sfruttati dai piloti di volo a vela per raggiungere quote elevate, anche oltre i 1500 metri, seguendo il profilo dell’onda stessa. La presenza dell’onda è identificata da una nube caratteristica e molto particolare detta nube lenticolare, avente una particolare forma e costituita essenzialmente da aghi di ghiaccio.
Si forma ad alta quota e rappresenta la parte visibile dell’onda (o apice dell’onda) in cui l’umidità dell’aria si congela, diventando quindi visibile.Volo in onda Il record di quota in aliante supera i 14.000 metri, ed è stato raggiunto proprio in condizioni di volo in onda.